mercoledì, dicembre 14, 2005

Introduzione di "LE MANI SULL'AFRICA DIMENTICATA..

[pubblicato per la seconda volta perché blogger.com si era 'mangiato' parti del precedente post, che si tratti di censura?]

Introduzione di "LE MANI SULL'AFRICA DIMENTICATA" di José Adriano Ukwatchali:

L'Africa, per il filosofo tedesco Friedrich Hegel, specialista universalmente conosciuto della filosofia della storia, 'è una parte del mondo senza storia'. Così si è usato e abusato dell'Africa. Lo stesso Hegel dice che l'Africano non è capace di cogliere le opportunità per affermare il proprio destino. Questo è un giudizio duro, che traduce oggi il comportamento di molti nei confronti dell'Africa, questo grande continente dimenticato e abbandonato nella periferia del mondo, nonostante su di esso gravi una pesante mano che non gli consente di liberarsi.
L'Africa in questi ultimi anni ha subito radicali cambiamenti; le ricche risorse minerarie del continente sono diventate facile preda per i non africani mentre la qualità di vita degli africani è peggiorata.

Questo fa capire come nell'immaginazione collettiva di molti popoli, guidati da una geografia selettiva e da una concezione anacronistica della storia, l'Africa sia il continente degli inferiori, degli incapaci di lasciare un' impronta nella storia, una presenza nel mondo. Questo spirito hegeliano fece sì che nella conferenza di Berlino del 1884-1885 gli africani non fossero consultati né tanto meno rappresentati: si decise la spartizione del continente con tutti i confini territoriali senza considerare gli elementi etnico-antropologico-culturali e ancora meno i problemi storici.

Eric Hobsbawm, insigne storico britannico, considera il secolo ventesimo, iniziato nel 1914 e terminato nel 1991, come il più breve della storia. Per l'Africa invece è stato molto lungo e intricato: dal 1884, nella conferenza di Berlino fino al 1994, con l'insediamento di Nelson Mandela , come primo presidente democraticamente eletto in un nuovo Sudafrica. Durante questo lungo secolo, gli africani si sono visti esclusi dal treno mondiale, il loro continente è diventato un'enorme riserva di tesoro occidentale, mentre loro non contavano nulla, perché facevano parte del peggio dell'umanità: erano i dominati, gli stracciati e umiliati, e perciò i 'dimenticati' della terra, anche se la loro patria non è dimenticata, anzi è il tesoro più prezioso da volere sfruttare. Nella colonizzazione dell'Africa non c'è mai stato un altro interesse che non fosse quello economico. Cecil Rodhes non ha avuto mezzi termini nel riconoscere l'idea che per una soluzione del problema sociale, si dovevano acquisire nuovi territori dove insediare la popolazione eccedente, e fornire nuovi mercati per i beni prodotti in fabbriche e miniere (cfr. J. A. HOBSON, Imperialism. A study, University of Michigan Press 1990).

Questo dimostra che l'Africa è stata dimenticata nelle sue persone, nei suoi veri abitanti, ma mai lasciata libera per il suo potenziale economico. Nell'ordine del giorno apparivano le sue risorse naturali, e non la gente dell'Africa......

1 commento:

ventoneicapelli ha detto...

Parlare di Africa è difficile per me: ho voluto partire cento volte ed ancora non ci sono riuscito; continua ad essere uno dei miei sogni: riuscire a fare qualcosa, di piccolo, per questo immenso, ricco, splendido, martoriato continente.

E' proprio l'immensità dei problemi che spesso fiacca, rende impotenti; viene da chiedersi cosa possa fare una piccola, inutile persona. Comunque penso che anche un piccolo passo sia importante, anche se fosse solo una goccia d'acqua per il deserto.